FERMO PESCA TIRRENO: MALI E RIMEDI ESTREMI

Pesca e acquacoltura

Disposto un mese di fermo aggiuntivo per lo strascico, che "trascina" nella misura anche palangaro, attrezzi da posta e pesca sportiva.

I nodi sono venuti al pettine: l'esaurimento a settembre dei giorni autorizzati per lo strascico nel 2025 (con lo sforamento di circa 1000 giorni), ha portato dopo settimane di difficile trattativa ad una inedita quanto estrema soluzione. Sul tavolo solo due possibili alternative: o la sospensione dell'attività di pesca per la restante parte dell'anno fino al 31 dicembre, o l'adozione di "misure di compensazione" sufficienti ad evitare questo scenario, recuperando sia lo sforamento dei 1000 giorni sia un numero di giornate sufficienti ad autorizzare la pesca nel mese di dicembre, essenziale per non mancare il mercato di Natale.

Il Decreto firmato in extremis nella serata di ieri (oggi finisce il fermo del mese di Ottobre), dopo l'approvazione della proposta italiana da parte della DG Mare di Bruxelles, prolunga il fermo per le imprese fino al 30 novembre, ed evita la misura più temuta e invisa al comparto che era stata ventilata nelle scorse settimane: la chiusura allo strascico della fascia delle 4 miglia dalla costa. Con la chiusura di 5 zone tra le GSA 8,9,10 e 11 ed il fermo della pesca del nasello per palangari, attrezzi da posta e pesca ricreativa, dovrebbe inoltre essere creata una disponibilità di giornate utili a riattivare la pesca nel mese di dicembre, nel numero ancora da definire.

Proprio queste ultime sono le misure che agitano le marinerie del Tirreno, dove lo stop delle attività dei palangari e reti da posta se senza indennizzi penalizzerebbe le imprese della piccola pesca - sempre sostenuta dalla CE che la considera selettiva e sostenibile - che non sono certamente responsabili dell'eccessivo sforzo di pesca esercitato sul nasello, la specie che secondo i dati scientifici continua a versare in uno stato di sovrasfruttamento.

Inevitabili le dure reazioni in cui alcuni vorrebbero scatenare una sorta di caccia al colpevole tra i responsabili dell'eccessivo consumo di giornate nei primi 9 mesi dell'anno e chi avrebbe dovuto fermarli, in un sistema di quote di giorni annui indivisi fra segmenti di flotta che avrebbero potuto essere solo fermati in blocco, facendo comunque vittime innocenti.

Esprimendo la soddisfazione per vedere evitata sia la prospettiva dello stop alla pesca fino al 31 dicembre che l'allontanamento indiscriminato dello strascico oltre le 4 miglia dalla costa, le Associazioni dell'Alleanza delle Cooperative chiedono l'immediata attivazione delle misure di sostegno per tutti i mestieri soggetti al fermo di novembre, il pagamento del fermo per lo strascico degli anni precedenti, e una forma di sostegno anche per le cooperative di conferimento e di servizi che gestiscono mercati ittici, magazzini per il pescato e pompe di carburante. E' inoltre necessaria ed urgente l'apertura di un tavolo di confronto per superare il sistema attuale e vedere assegnate nel 2026 le quote individuali di giorni annui di pesca, evitando che lo stesso scenario possa ripetersi in futuro.

 

Roma, 30 ottobre 2025




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