RAPPORTO PESCA EUMOFA, MARETTI: ESSERE IMPRENDITORI E DARE VALORE AGGIUNTO AL NOSTRO PESCE
Pesca e acquacolturaI dati del mercato ittico in Italia e in Europa evidenziati nel rapporto Eumofa: calano i consumi ma anche le importazioni "Dare valore e riconoscimento alle nostre marinerie e al pesce italiano"
Cristian
Maretti (presidente Legacoop Agroalimentare): "Bene la promozione portata
avanti ma c'e' da continuare, essere competitivi sui mercati con prodotti a
valore aggiunto"
ROMA, 10 gennaio 2025 - Cala il consumo di pesce sulle tavole
degli europei, anche quelle degli italiani, ma si continua a importare pescato
dai Paesi extraUe. Anche se questa tendenza sembra essersi invertita tanto che
nel 2023 ne e' stato importato il 6% in meno. E' quanto emerge dal rapporto
"Il mercato ittico dell'Ue" di Eumofa (European Market Observatory
for fisheries and Aquaculture Products) secondo cui nel 2023, la spesa delle
famiglie italiane per i prodotti ittici e' aumentata del 6% per arrivare a quasi
13 miliardi, sono stati 62,3 miliardi di euro in tutta Europa, nonostante un
calo del consumo domestico del 5%. Nel 2022, il consumo e' stato inferiore del
14% rispetto al 2021, mentre nel 2023 e' diminuito di un ulteriore 12% rispetto
all'anno precedente, per un totale di 245.112 tonnellate. Un calo, secondo
Eumofa, dovuto in particolare e al conseguente aumento dei prezzi: l'inflazione
ha fatto salire i prezzi al dettaglio che in Italia erano già tra i più alti
dell'Ue.
Import in calo. Se nel 2023 l'Unione
Europea ha visto un calo del valore, -2%, e del volume, -4%, del commercio di
prodotti ittici, l'Ue ha anche importato meno in volume per arrivare a 5,9
milioni di tonnellate, ovvero al di sotto dei livelli pre-pandemia.
Valorizzare il pescato delle marinerie
italiane: essere imprenditori. "Si iniziano a vedere i primi frutti del lavoro di
valorizzazione e promozione del pesce dei nostri mari, un prodotto quello
italiano, pescato secondo le regole, proveniente da una pesca totalmente
legale, dichiarata e regolamentata". Ma occorre andare avanti. "Deve essere
data continuità con le azioni delle cooperative della pesca, e delle altre
imprese, per dare quel giusto riconoscimento di valore aggiunto che hanno le
nostre marinerie, piccole realtà, spesso familiari, che portano avanti una
tradizione di secoli. Un valore fatto anche di servizi e di trasformazione per
poter stare sui mercati in maniera competitiva. E quindi occorre essere anche
bravi imprenditori e sapersi confrontare con i mercati e proporre prodotti con
valore aggiunto".
La tendenza dei consumi. A proposito di
mercato, il rapporto mette in luce come nei quattro Paesi dal consumo nominale
di pesce più elevato (Italia, Spagna, Francia e Germania) emergono abitudini di
spesa diverse. Le famiglie italiane spendono per il pesce circa un quarto di quanto
spendono per la carne. In Spagna, la spesa per i prodotti ittici rappresenta il
31% del totale, poco meno di un terzo della spesa per la carne. In Francia le
famiglie spendono meno di un quinto per i prodotti ittici rispetto alla carne,
e in Germania circa un settimo.
Crescono i prezzi per l'inflazione, cresce
l'acquacoltura. A crescere sono i prodotti dell'acquacoltura. Il 2022 ha
registrato un consumo di circa 6,82 chilogrammi di pesce d'allevamento a
persona, il più alto dell'ultimo decennio. Per il stesso periodo, il consumo di
prodotti selvatici e' stato di 16,70 chilogrammi a persona, il minimo
dell'ultimo decennio.
La tendenza al ribasso dei consumi delle famiglie, rileva Eumofa,
e' in gran parte attribuibile all'attuale clima economico e geopolitico, che ha
portato a una crescita dell'inflazione e a incidere sul potere d'acquisto dei
consumatori al dettaglio. A causa dell'aumento dei prezzi, la spesa delle
famiglie per i prodotti freschi della pesca e dell'acquacoltura e' aumentata del
6% nel 2022, una tendenza al rialzo iniziata nel 2018. "Il trend di crescita e'
un segnale che risponde alla ricerca continua e costante da parte delle imprese
di acquacoltura di qualità e sostenibilità delle produzioni".
Il valore delle relazioni politiche con i
Paesi del Sud del Mediterraneo. "La pesca ha un grande valore, sociale ed economico, che e' stato
riconosciuto anche grazie al G7 di Ortigia dove e' stato evidenziato il ruolo
che ha in termini di relazioni politiche con i Paesi del Sud del Mediterraneo.
Non dobbiamo disperdere quanto fatto per questo ci dobbiamo impegnare a portare
avanti iniziative di promozione del consumo di pesce ad iniziare dalle scuole e
dalle mense collettive. Un consumo intelligente che preveda l'impiego anche di
quelle specie finora poco apprezzate o conosciute, spesso consumate solo
localmente o in determinati ambiti regionali e che hanno ottime caratteristiche
specifiche di sapidità e qualità organolettiche", conclude Maretti.