Un tavolo interministeriale per il rilancio della pesca sostenibile E' il risultato della due giorni di confronto tra Aree Marine Protette e Cooperative di pescatori
Pesca e acquacoltura
Comunicato
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Un tavolo interministeriale per il
rilancio della pesca sostenibile
E' il risultato della due giorni
di confronto
tra Aree Marine Protette e
Cooperative di pescatori
5 e 6 ottobre
2018 - Porto Cesareo (LE)
La
necessità di un tavolo interministeriale che metta insieme e soddisfi le
richieste dei gestori delle Aree Marine Protette e dei parchi provenienti da
tutta Italia, con quelle delle cooperative dei pescatori. E' la richiesta che arriva
prepotente dalla due giorni che si e' svolta a Porto Cesareo gli scorsi 5 e 6
ottobre, organizzata da Federparchi,
Coordinamento pesca dell'Alleanza delle Cooperative Italiane e GAL Terra
d'Arneo.
Un seminario per parlare di pesca
sostenibile e mettere a confronto i vari attori, portatori di esperienze sane e
buone pratiche: 18 AMP, 15 cooperative,
4 GAC/GAL, le Istituzioni e le Capitanerie di porto, Legambiente, WWF,
l'associazione Parchi Europei, membri dei parlamenti nazionali ed europei, rappresentanti
delle amministrazioni locali.
Tra parole indispensabili come sviluppo integrato, condivisione, valore
aggiunto, prospettive, diversificazione, equilibrio, competenza, formazione,
responsabilità e lungimiranza, e' emersa forte anche la necessità di controllo e di co-gestione. E non perche' il controllo non ci sia, ma perche'
presenta forti limiti per numero di persone impiegate soprattutto e perche'
andrebbe incrementato, rafforzato, per fare in modo che chi segue le regole non
venga schiacciato da chi quelle regole non le segue, per fare in modo che il pescatore
tuteli se stesso.
Uno degli esempi più illuminanti in proposito, e' stato fatto dal
contrammiraglio Aurelio Caligiore, capo reparto ambientale marino del corpo
delle Capitanerie di porto, il quale ha sostenuto che il pescatore può e deve essere
utilizzato nella lotta contro le plastiche, quelle che si impigliano nelle
reti, quelle che raccolgono insieme con il pesce del giorno. Così come
importante e' stato il richiamo del dott. Riccardo Rigillo, direttore della
direzione generale della pesca marittima del MiPAAF, alla necessità di misure
di accompagnamento per dare un futuro alla piccola pesca.
L'atteggiamento del pescatore che sin
qui ha deciso per il fermo volontario, la valorizzazione del pescato ed il
monitoraggio della risorsa, e' quello che può decisamente cambiare le cose. E
per farlo, tra le tante richieste avanzate, si richiede l'uso di attrezzi più
selettivi e il divieto all'uso di attrezzature professionali a chi la pesca la
fa per "hobby" e che al momento - di fatto - fa concorrenza sleale ai pescatori
professionali.
Espandere la sperimentazione e farla
diventare sistema, dunque, inseguendo l'idea del "mare che non sopporta
confini", andando oltre le barriere dell'inizio e della fine all'interno della
singola Area Marina protetta, per rilanciare la piccola pesca costiera
sull'intero territorio nazionale.
Il confronto e' stato diretto e
approfondito. Gestori di Aree Marine Protette e pescatori, sono dalla stessa
parte – si e' detto – per questo e' necessario partire dalle esperienze già avviate
negli anni considerando le AMP e le esperienze dei pescatori in quei territori
(29 in tutta Italia), una sorta di laboratorio avanzato di gestione condivisa
di pesca sostenibile. Sarebbe bene esportare le buone pratiche, applicarle su
scala più ampia, coinvolgere i pescatori – ogni giorno in prima linea – nel
processo decisionale.
Per fare questo si chiede ai due
Ministeri competenti (il MATTM Ministero dell'Ambiente e della Tutela del
territorio e del Mare) e il MIPAAFT (Ministero delle Politiche Agricole
Alimentari, Forestali e del Turismo) di avviare un tavolo interministeriale di
concertazione che veda coinvolti rappresentanti degli stessi Ministeri assieme ad
Enti gestori delle AMP con la partecipazione di tutti gli attori operanti o in
qualche modo interessati dalla presenza delle Aree Marine Protette.