Silvicoltura: i fondi vadano a progetti concreti

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12 novembre 2008

  COMUNICATO  STAMPA

 

Agricoltura: montagna; Bolognini (Legacoop Agroalimentare), i fondi del programma quadro per il settore servano a finanziare progetti di gestione forestale

 

 

Rimini, 7 novembre 2008 - È indispensabile che i 20 milioni di Euro previsti dal Programma quadro per il settore forestale varato ieri dal gruppo di lavoro dei Ministeri dell’Agricoltura e Ambiente vadano a finanziare progetti di gestione forestale ed in particolare a quelli gestiti dalle cooperative agroforestali che garantiscono presidio del territorio montano, lavoro ed esprimono capacità imprenditoriali in grado di realizzare progetti utili al miglioramento dell’ambiente ed allo sviluppo dell’occupazione nelle aree interessate.

È quanto ha affermato Teodoro Bolognini, Responsabile del Settore Silvicoltura di Legacoop Agroalimentare, nella sua relazione introduttiva al Convegno sul ruolo dell’impresa agroforestale per la gestione multifunzionale del territorio montano e lo sviluppo dell’occupazione, svoltosi oggi a Cooperambiente, prima fiera dell’offerta cooperativa di energia e servizi per l’ambiente, organizzata da Legacoop nell’ambito di Ecomondo 2008.

“La gestione integrata del territorio e dell’ambiente” -ha sottolineato Bolognini- “finalizzata alla difesa del suolo, alla regimazione idraulica ed al miglioramento delle foreste, per prevenire le calamità naturali, eliminare i rischi ambientali, conseguire gli obiettivi del Protocollo di Kyoto, valorizzare il paesaggio anche come condizione necessaria per rilanciare il turismo e lo stesso made in Italy, costituiscono la più grande ed organica ‘opera infrastrutturale’ del Paese”.

Bolognini ha ricordato che il costo per addetto ad interventi silvicolturali o sistematori è di 25/30.000 Euro.

“Ciò significa” -ha detto- “che un investimento per la più urgente infrastruttura del Paese (riassetto idrogeologico, manutenzione del territorio, delle foreste) innescherebbe un meccanismo virtuoso di consolidamento degli attuali livelli occupazionali, di creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro, attivando un’economia complessa che partendo dai fiumi, dai suoli, dal bosco, si autoalimenta, si diversifica, si ramifica, tendendo a investire tutti i settori economici, prima di tutto quelli dei servizi tecnici, gestionali, formativi, e creando posti di lavoro a tutti i livelli”.

“Attraverso l’avvio di questa opera infrastrutturale” -ha concluso Bolognini- “passa, a nostro avviso, il rilancio di una politica per le montagne italiane, perché il miglioramento degli assetti idrogeologici e del bosco sviluppa lavoro, rilancia le attività tradizionali e quelle nuove, come il turismo, l’enogastronomia o la valorizzazione dei prodotti del territorio, tutte condizioni necessarie per la permanenza delle popolazioni locali”.

 

 

 




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