DISSESTO IDROGEOLOGICO, LEGACOOP AGROALIMENTARE DENUNCIA LA MANCANZA DI RISORSE DA DESTINARE ALLA PREVENZIONE E ALLA GESTIONE DEL TERRITORIO

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19 febbraio 2010

Gli effetti catastrofici del dissesto idrogeologico del nostro paese sono sotto agli occhi di tutti. Tuttavia, mentre molto si parla della necessità di mettere in campo le azioni in grado di prevenirli, le risorse per farlo continuano a mancare.

Lo sottolineano Giovanni Luppi, presidente di Legacoop Agroalimentare, e Teodoro Bolognini, responsabile del comparto silvicoltura dell’associazione, che rimarcano il fatto che non ci siano risorse disponibili.

«Noi proponiamo qualcosa di più della prevenzione – chiarisce Luppi –, ovvero, la gestione del territorio da considerare la più grande, la più urgente, opera infrastrutturale del Paese».

Curare un territorio fatto di boschi (10,5 milioni di ha), di suoli, di bacini idrografici, insiste Luppi, «significa porre le basi del rilancio del paese, attraverso il turismo e la riconversione economica consolidando e sviluppando occupazione anche facendosi carico di assorbire parte dei licenziati o cassintegrati provenienti dalle fabbriche in crisi».

«Noi – incalza Bolognini – non ci sentiamo di assolvere né il governo né, salvo eccezioni, le Regioni. Due esempi per tutti: è stato redatto da parte del ministero delle Politiche agricole e forestali il Pqsf (Programma quadro per il settore forestale) che recupera un vuoto programmatico anche nei confronti degli altri paesi Ue; ma delle risorse, il cui fabbisogno lo stesso governo individuava in 250 milioni di euro annui, nessuna traccia (la Spagna per analogo piano ha stanziato 30 miliardi di euro, 1 miliardo l’anno per trent’anni)».

Le Regioni hanno a disposizione dal 2007, dall’Unione europea sui Piani di sviluppo rurale circa un miliardo di euro per interventi di prevenzione, di cui la metà nelle regioni del Sud. Per una serie di ostacoli burocratici e per una generalizzata sottovalutazione, salvo la Toscana, le Regioni non hanno ancora attivato queste misure. La Calabria e la Sicilia, colpite oggi dalle calamità, hanno a disposizione da tre anni intorno ai 100 milioni di euro e, stando all’ultimo report di Rete Rurale nazionale e ai richiami della stessa Unione Europea, non hanno speso nulla e rischiamo realisticamente di non spenderli mai, visto che il PSR si conclude con il 2013».




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