Forlì-Cesena: crisi economica; focus group Legacoop sull’agroalimentare con Apofruit, Cac, Centrale e Cevico-Due Tigli

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3 febbraio 2009

 Un “focus group” sul settore agroalimentare, insieme alla direttrice di Legacoop Forlì-Cesena, Monica Fantini, e agli esponenti di alcune delle principali cooperative del settore: il presidente di Apofruit Italia, Enzo Treossi, il presidente di CAC, Giovanni Piersanti, il responsabile commerciale di CEVICO-Due Tigli, Lauro Giovannini e il presidente di Centrale, Romeo Lombardi.

Così il movimento cooperativo ha aperto il confronto al proprio interno sulla crisi economica e sulle modalità con cui essa potrebbe colpire le imprese del comparto agricolo. Il riconoscimento della criticità della situazione a livello di capacità di spesa delle famiglie è stato unanime, insieme alla considerazione che è in questi momenti che il movimento cooperativo, per uscirne in modo vincente, deve puntare sui propri principi e su progetti che promuovano unitarietà, innovazione e internazionalizzazione.

In generale viene avvertita una maggiore necessità di coordinare gli interventi, riducendo le sovrapposizioni a livello provinciale, regionale e nazionale. Ma è emersa in modo chiaro anche l’opportunità di continuare a tutti i livelli l’opera di promozione di un mondo che - per quanto riguarda le cooperative agroalimentari associate a Legacoop Forlì-Cesena - dà risposte a 14 mila soci, fatturando oltre 550 milioni di euro e offrendo un’occupazione a circa 3.500 lavoratori, tra fissi e stagionali, senza considerare l’indotto.

«A dimostrazione – dice Monica Fantini, direttrice di Legacoop – che le politiche di coesione e di fusioni praticate dalle nostre cooperative in questi anni sono state vincenti. È grazie anche ad esse che oggi esistono realtà che portano l’immagine dei nostri territori a livello nazionale e internazionale, pur mantenendo un rapporto diretto con una base sociale forte che ha dimostrato tenuta e propensione allo sviluppo».

 

Il focus sui settori

Entrando nel dettaglio, per quanto riguarda il settore vinicolo, quello appena trascorso è stato un anno eccezionale, con aumenti record delle vendite che fanno ben sperare anche per il 2009. Quello che preoccupa per l’immediato futuro è la tendenza a ridiscutere al ribasso i prezzi, che si riverbera direttamente sulla remunerazione dei soci produttori. Anche in questo momento, comunque, il movimento cooperativo continuerà ad investire sui propri marchi: tra poco ripartiranno gli spot del vino “Galassi”, nella speranza che ripetano il successo ottenuto dalla campagna televisiva nazionale sul “San Crispino”.

Anche il mondo della moltiplicazione delle sementi appare, almeno per ora, parzialmente al riparo dai venti di crisi, grazie sopratutto ai contratti già firmati nei mesi scorsi e alla proiezione internazionale del settore, che vanta clienti provenienti da tutto il mondo. Notizie tranquillizzanti, ad esempio, provengono dal Giappone, in cui si sta svolgendo in questi giorni un’importante contrattazione. Le liquidazioni per i soci dovrebbero raggiungere livelli soddisfacenti.

L’ortofrutta, in questo momento, punta molto sull’innovazione e sull’internazionalizzazione, ma anche sulla necessità di presidiare il mercato interno rispetto ai concorrenti stranieri, affrontandolo con marchi di spicco come “I Solarelli” e “Almaverde Bio”. Crea scalpore dover verificare, nell’attività di tutti i giorni, come il settore sia ancora considerato non meritevole della stessa tutela di cui dispongono altri, recentemente saliti agli onori delle cronache.

Per quanto riguarda i progetti di educazione alimentare, infine, nonostante l’indubbio successo ottenuto da iniziative come Frutta Snack duole constatare come alle buone dichiarazioni di intenti raramente si associ un impegno concreto, sia da parte del pubblico che del privato. Occorre investire maggiormente in ricerca, innovazione e internazionalizzazione, se si vuole uscire da questa crisi in modo positivo.




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