Workshop "Sicurezza nella gestione forestale sostenibile"

Conduzione terreni e forestale
14 maggio 2009

“In una cooperativa il presidente non è “il datore di lavoro”, quindi, se è responsabile della sicurezza, lo è in forza del suo mandato di rappresentante legale ma la responsabilità è ripartita equamente fra tutti i soci che in cooperativa sono legati dal vincolo di responsabilità sociale.

In forza di questo status, la prevenzione dei rischi, che sono purtroppo crescenti quando si lavora in bosco, non consiste solo nel rispettare gli adempimenti formali ma reclama anche altri aspetti: dei “prezziari” che consentano di eseguire con sicurezza un progetto, rispetto dei contratti di lavoro che rendano sicuri i lavoratori sul piano retributivo e contributivo, possibilità di contare su un lavoro stabile e continuativo, unica condizione per acquisire professionalità e competenze”.

Questo quanto sostenuto da Teodoro Bolognini, responsabile Silvicoltura di Legacoop Agroalimentare intervenendo nel Workshop su: Sicurezza nella gestione forestale sostenibile tenutosi a Roma, presso il CNR, per iniziativa dell’ANARF (Associazione nazionale delle Aziende Regionali delle Foreste), nel corso del quale è stato presentato il volume Sicurezza ed Antinfortunistica nei cantieri forestali, realizzato dalla stessa Anarf con il contributo dell’Unif (Unione Nazionale degli Istituti di Ricerche forestali).

“Non meno importante, ha sostenuto Bolognini, è un altro aspetto che quando applicato, aggiunge “sicurezza” al lavoro forestale e sistematorio ed è quello relativo all’applicazione della normativa speciale sulla montagna.

Il legislatore, fin dal 1994, con l’art. 17 della Legge sulla montagna e poi con i decreti della legge di orientamento ed i relativi decreti 227 e 228 fino al comma 134 della Finanziaria 2008, prevede una sorta di Patto fra Enti Pubblici (Regioni, Province, Com Montane, Comuni) e cooperative forestali in modo che i progetti siano sviscerati nei contenuti e nelle varie fasi della realizzazione affinché producano gli effetti migliori ai territori oggetto dell’intervento ed i benefici occupazionali certi a chi risiede nei territori montani e rurali”.

E per poter garantire continuità di occupazione realizzando progetti in larga massima pubblici, occorre che la gestione forestale sia adeguatamente finanziata. Oggi, nonostante il gran parlare di silvicoltura sostenibile anche per ridurre i dissesti ed attenuare le emissioni di CO2, come vuole il protocollo di Kyoto, il Programma Quadro per il Settore Forestale è privo di risorse e l’unico strumento rimane il Piano di Sviluppo Rurale della U.E. che sta marcando ritardi nella sua attuazione da parte di quasi tutte le Regioni Italiane”.

“Quindi, ha concluso Bolognini, dopo aver illustrato il caso concreto di come si fa sicurezza in un cantiere gestito da una cooperativa forestale, il fatto di essere solidalmente responsabili, in cooperativa si guarda alla sicurezza non tanto come ad un “obbligo” che deriva da una norma, ma come diritto/dovere da compiere nel rispetto dell’intera compagine sociale.

Quindi non più sicurezza “formale” ma “sostanziale”, non più solo “sicurezza” ma “sicurezze”, non più solo sicurezza “sul” lavoro, ma sicurezza “del” lavoro.




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