SPECIALE ISMEA: La congiuntura delle aziende agricole nel terzo trimestre del 2011

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12 dicembre 2011

Si incrina leggermente la fiducia delle imprese agricole nel terzo trimestre 2011, in un contesto di generale deterioramento del quadro economico-finanziario che sta contagiando tutti i settori. È quanto rileva Ismea nella consueta indagine trimestrale sulla congiuntura dell'agricoltura italiana, condotta a settembre presso un panel di 900 aziende.  L'indicatore che sintetizza la percezione degli operatori si è mantenuto, nel terzo trimestre, in territorio negativo - spiega l'Istituto - registrando un leggero peggioramento rispetto ai precedenti tre mesi. Le preoccupazioni dichiarate della aziende agricole sono ancora prevalentemente imputabili alla dinamica dei costi di produzione, in previsione soprattutto di un proseguimento delle tensioni sui prezzi di carburanti e fertilizzanti. Sul fronte produttivo, secondo la maggioranza degli operatori intervistati, l’evoluzione delle colture in campo e l’andamento delle produzioni zootecniche si sono rivelati, nel trimestre in esame, in linea con le attese per il periodo, mentre i volumi prodotti nei primi novi mesi dell’anno sono stati giudicati in prevalenza inferiori rispetto all’anno precedente, tranne che per gli allevamenti da latte. Anche le previsioni sull’intera annata agraria testimoniano una convergenza di giudizi negativi: nel confronto con l’annata precedente sono date in flessione, in particolare, le produzioni del settore dei seminativi e quelle delle colture permanenti, mentre nel settore zootecnico la produzione di latte è prevista in lieve aumento. In relazione al mercato, i giudizi sulla domanda interna, seppure migliorativi rispetto all'anno scorso, riflettono una scarsa soddisfazione da parte delle aziende agricole. All'estero, al contrario, le richieste si sono mantenute su livelli considerati normali, con una prevalenza di pareri positivi nei comparti dell'olio di oliva e della zootecnia da carne. Anche i giudizi sull’andamento dei prezzi, evidenziano nel periodo luglio-settembre un cedimento dei valori all’origine che trova peraltro conferma dai dati dell’indice dei prezzi dei prodotti agricoli diffusi dall’Istituto. Sulla scorta delle dichiarazioni delle imprese interpellate, la flessione congiunturale dei prezzi ha interessato quasi tutte le produzioni, ad eccezione del vino confezionato e dei prodotti della zootecnia da carne e da latte, che hanno mostrato una tenuta migliore.  In generale, sottolinea l’Ismea, il mercato non presenta a giudizio degli operatori prospettive migliorative nelle condizioni attuali, in un trimestre in cui hanno prevalso i pareri negativi anche sull'andamento degli affari correnti. La bassa redditività del settore primario, ravvisata dagli operatori, continua tra l’altro a frenare la propensione a nuovi investimenti, con una quota pari all’87% di imprese che dichiara di non voler intensificare la produzione nel breve periodo. A livello settoriale, prosegue l'Ismea,  emergono comunque situazioni e giudizi differenziati, con prospettive e opinioni decisamente migliori, rispetto alla media, nei comparti vitivinicolo e della zootecnia da latte, in ragione della maggiore redditività delle produzioni nei due settori. I dati rilevati - conclude l'indagine - confermano in agricoltura una sostanziale tenuta dei livelli occupazionali anche nel terzo trimestre dell'anno. Al riguardo, il 95% degli operatori non ha indicato, tra luglio e settembre, variazioni di rilievo rispetto ai precedenti tre mesi.


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