Emergenza granchio blu - In 2700 allo stadio di Porto Tolle richiedono al governo lo stato di emergenza
Pesca e acquacolturaDa Scardovari a Comacchio, il grido di allarme di pescatori e istituzioni: "il granchio sta distruggendo tutto, 4.000 famiglie senza reddito. Una situazione straordinaria che richiede misure straordinarie".
Circa 2.700 persone - pescatori, istituzioni, cittadini - hanno partecipato, oggi giovedì 30 novembre allo stadio Umberto Cavallari di Porto Tolle, all'assemblea pubblica indetta dal Comitato Tecnico Interregionale sull'emergenza granchio blu dell'area del Delta del Po, costituito dai consorzi e dalle cooperative di acquacoltura, dai Comuni di Porto Tolle, Goro e Comacchio e dalle associazioni di rappresentanza. Un importante appuntamento per alzare la voce oltre i confini territoriali e dire a chiare lettere che non c'e' più tempo: la proliferazione incontrastata del granchio blu sta distruggendo tutto, mettendo in ginocchio il principale settore produttivo di questo territorio e devastando l'ecosistema, con gravi conseguenze economiche, sociali e ambientali.
Numerose le
istituzioni presenti a fianco dei pescatori: oltre ai presidenti delle province
di Ferrara e Rovigo, i sindaci di Goro, Comacchio, Porto Tolle, Mesola e
Lagosanto. La sindaca di Goro Marika Bugnoli, a nome di tutti i sindaci
presenti, ha lanciato un appello al Governo: "abbiamo bisogno del
riconoscimento dello stato di emergenza. Quattromila pescatori, con le loro
famiglie, sono in ginocchio. Già da alcuni mesi metà di questi pescatori sono
senza reddito e, tra poco, lo saranno tutti. Questo non e' un problema solo dei
pescatori e dei singoli Comuni, e' un problema di tutto il territorio, delle
Regioni e del Governo. Non e' una situazione ordinaria, pertanto i provvedimenti
ordinari non sono sufficienti: servono strumenti su misura, per affrontare una
situazione di vera e propria calamita"'.
La voce dei pescatori
si e' fatta sentire nelle parole di Luigino Marchesini, presidente del Consorzio
di Scardovari, e di Massimo Genari, presidente di Con.Uno. "Abbiamo raccolto
oltre 10.000 quintali di granchi di nostra iniziativa e a nostre spese - ha
affermato Genari - e ora, senza più un reddito, non siamo nelle condizioni di
continuare a raccoglierlo. Che ne sarà di noi e del nostro territorio?
L'incontro di oggi e' solo l'inizio, se necessario andremo a Roma per fare
sentire la nostra voce e chiedere al Governo che ci riconosca lo stato di
emergenza".
Una prospettiva
rinforzata da Gianpaolo Buonfiglio, presidente dell'Alleanza delle cooperative
italiane pesca, che ha dichiarato "aperto lo stato di agitazione, fino a quando
non avremo le risposte necessarie. Tutte le associazioni di rappresentanza sono
unite, a partire dalla richiesta di un Tavolo permanente tra governo, regione,
comuni, consorzi e associazioni, in grado di riconoscere la straordinarietà
della situazione e attivare le misure necessarie".
Presenti l'assessore
con delega alla pesca della Regione Veneto Cristiano Corazzari e Marcella
Zappaterra, delegata dall'assessore della Regione Emilia-Romagna Alessio Mammi:
"se il settore dell'acquacoltura del Delta del Po e' un'eccellenza europea - ha affermato
Zappaterra - lo si deve anche al fatto che le istituzioni negli anni ci hanno
sempre creduto e investito. Come Regione siamo al vostro fianco e siamo
determinati a rimanere in presidio finche' non arriveranno soluzioni concrete".