Si è riunita a Modena la presidenza nazionale di Legacoop Agroalimentare per esaminare gli effetti delle ripetute scosse sismiche sulle cooperative associate.

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8 giugno 2012

Si è riunita a Modena la presidenza nazionale di Legacoop Agroalimentare per esaminare gli effetti delle ripetute scosse sismiche sulle cooperative associate.

Danni diretti più gravi nel comparto del Parmigiano Reggiano con effetti che si ripercuotono sull’indotto: mangimi, siero, logistica e servizi.

È scattata la solidarietà tra cooperative.

 

Modena 6 giugno 2012 - «I nostri danni diretti, nel comparto Parmigiano – Reggiano sono ancora da stimare con esattezza, ma riguardano produzioni del valore di almeno 120 milioni di euro concentrati su Albareto e Novi. Poi ci sono quelli indiretti, che colpiscono l’indotto: i mangimifici, i laboratori analisi, i servizi logistici. Ad essere colpita è l’intera filiera che va dagli allevatori a tutti i fornitori di servizi. In questo contesto il caseificio non svolge solo una funzione di trasformazione, ma di vero e proprio perno, anche di flusso finanziario del sistema che se si ferma si ferma tutto»: è questa una prima stima dei danni presentata alla presidenza nazionale di Legacoop Agroalimentare, in corso a Modena, da Ivano Chezzi, presidente di Albalat.

«È un evento epocale per tutto il nostro sistema produttivo – ha sottolineato il presidente di Legacoop Modena, Lauro Lugli – che per certi aspetti modificherà anche alcuni comportamenti dei nostri cittadini, molto colpiti  anche dal punto di vista psicologico. Vogliamo però tutti noi, istituzioni, associazione d’imprese e sindacati, ripartire in fretta. In questo senso non aiuta il decreto numero due della protezione civile che determina incertezza per la pronta ripartenza. Contiamo nei prossimi giorni in una interpretazione più adeguata per dare sicurezza a imprese e lavoratori».

«In queste terre ci siamo tutti i giorni e ogni notte perché sono le zone nelle quali viviamo – commenta Giovanni Luppi, Presidente di Legacoop Agroalimentare –. Staimo facendo nel modo più dettagliato possibile una stima dei danni anche per i settori vitivinicolo, ortofrutticolo e cerealicolo, che tenga conto di come evolve il quadro nei vari  comparti e nei diversi Comuni. Soprattutto perché, per le connessioni che hanno le filiere, non possiamo permetterci che il danno, anche quello indiretto, resti sulle spalle di pochi».

«La disgrazia che ci è toccata – commenta Giuliano Carletti, ad di Granterre – mette anche in luce la nostra capacità di fare sistema come cooperazione: non possiamo che ringraziare il Gruppo Granlatte – Granarolo per il servizio di ritiro del latte, così come Apofruit che con i suoi stabilimenti sta permettendo la conservazione delle forme salvabili. Anche Unipol assicurazioni e le banche ci stanno accompagnando per uscire da questo difficile passaggio».

Il presidente del Gruppo Granterre, Adolfo Filippini, ha illustrato anche la gamma di interventi che il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha messo in campo e sta progettando per il futuro a partire dalla grande iniziativa di solidarietà lanciata con parte della distribuzione cooperativa.

Il presidente Giovanni Luppi ha riconosciuto alle istituzioni dell’Emilia - Romagna e alla protezione civile di aver ben operato nella fase di emergenza, condividendo la scelta del presidente Errani di gestire la ricostruzione in modo condiviso con le comunità locali. «La quota delle risorse destinate alla ricostruzione – ha concluso Luppi – va considerata come un primo gradino di un intervento più complessivo che permetta flessibilità e rapidità onde evitare che le persone vengano avvolte da un soffocante senso di impotenza, pregiudicando il futuro delle nostre filiere più prestigiose e la prosperità futura dei territori».




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